29 settembre 2017

[Bonelli] Mercurio Loi 5 - L'Infelice

Soggetto: Alessandro Bilotta
Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Andrea Borgioli
Colori: Francesca Piscitelli
Copertina: Manuele Fior

Malinconia e tristezza sono conseguenze naturali dello stare al mondo, hanno radici profonde nella natura umana... o forse sono molto più semplicemente procurate da un inquietante criminale chiamato "L'Infelice"? È quello che cercheranno di scoprire Ottone e lo storico appassionato di misteri... e di perdite di tempo: Mercurio Loi!




Ah, come scrive Bilotta (da leggere con la voce di Maurizio Mosca).
E sì, Alessandro Bilotta continua a confezionare dei gioielli sempre diversi fra loro, incastonati in una cornice colorata degna di nota. Una delle prime critiche mosse alla serie ben prima della pubblicazione è il prezzo (4,90€), considerato un po' alto e inflazionato dall'uso del colore al posto del bianco e nero, come avvenuto nel numero pre-esordio nella collana Le Storie. Ebbene, a cinque mesi dall'inizio pubblicazione non noto più queste lamentele, al contrario solo lodi sperticate per l'innovazione narrativa e grafica che sta apportando Mercurio Loi. In definitiva, il costo dell'albo a storia conclusa non pesa affatto.

In breve: Mercurio Loi prova tristezza, ha la lacrima facile, non ha più il piglio e la sicumera che lo caratterizzano. È convinto che dietro questo suo malessere emotivo ci sia lo zampino de l'Infelice, un personaggio che, riporto fedelmente dalla scheda sul sito Bonelli:
L'Infelice è il più terrificante dei nemici di Mercurio. Un filosofo senza identità, sfigurato da alcuni francesi per un gioco sadico, che hanno deformato la sua bocca in una immutabile smorfia di pianto. Secondo il suo sistema di pensiero, l'uomo raggiunge la verità solo quando ottiene un perenne stato di infelicità. Farla trovare a tutta la razza umana è lo scopo dell'Infelice.
Avete presente il film Ant-Man? Lì, Hank Pym, interpretato da Michael Douglas, riesce attraverso una serie complicata di passaparola a farsi derubare in casa da Scott Lang e soci. In poche parole, lo manovra come un burattino. Qui è lo stesso. L'Infelice, attraverso un'azione, dà il via a una reazione a catena che scombussolerà la quotidianità di Mercurio, colpevole di averlo fatto arrestare tempo prima. Una sorta di vendetta lenta e continua, al contagocce, ma allo stesso tempo un atto benevolo coerente col pensiero filosofico de l'Infelice, cioè portare l'individuo all'infelicità per ottenere la verità.

L'Infelice quindi gioca il tutto sul calcolo probabilistico, sguinzaglia i propri seguaci in giro per Roma a raccattare informazioni a prima vista inutili e irrilevanti, ma fondamentali nella sua visione d'insieme. Una sorta di sequenza di tessere del domino che Mercurio Loi cercherà di contrastare per riportare l'avversario in prigione.

Il finale, poi, si rivela enigmatico e pone il dubbio su chi dei due sia il reale vincitore.

Ai disegni c'è Andrea Borgioli col suo tratto ben definito e ricco di sfaccettature, il tutto arricchito dalla colorazione che, per buona pace dei tradizionalisti e dei puristi del bianco e nero, fa la sua gran figura.

Mercurio Loi (serie) continua il proprio percorso a gonfie vele.
E non si poteva chiedere di meglio.



28 settembre 2017

[Bonelli] Morgan Lost 24 - Serial Toons

Soggetto: Claudio Chiaverotti
Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Alessandro Pastrovicchio
Colori: Arancia Studio
Copertina: Fabrizio de Tommaso

Blunt è un feroce assassino, follemente innamorato di Veronica, una donna bellissima e dannata... Ah, Veronica e Blunt sono cartoni animati! Perché anche i cartoni animati hanno una vita segreta, al di fuori dello schermo: amano, odiano, impazziscono... e uccidono!




Ventiquattresimo albo per Morgan Lost a chiusura del secondo anno di pubblicazione.
Morgan Lost finisce qui, con questo albo, ma ricomincia fra due mesi, a novembre, con una nuova pubblicazione chiamata Morgan Lost - Dark novels che, come già accennato, avrà stesso prezzo (3,50€), ma un numero di pagine inferiori (64p).

Ma passiamo alla storia del mese, questo Serial Toons.
C'è uno studio d'animazione in città che sta producendo una serie di successo grazie a un super-computer donatogli dalla NASA, una sorta di monolito senziente capace di gestire il parco personaggi della serie velocizzando enormemente la produzione degli episodi. E vabbè, siamo in una realtà ucronica, la tecnologia di questi anni '50 alternativi a volte viaggia in parallelo col nostro presente, spesso invece sfocia nella fantascienza futuristica (più fanta che scienza), ci sta. Succede che all'improvviso uno dei personaggi animati impazzisce e incomincia a uccidere per davvero gli altri colleghi animati ed è qui che interviene il nostro Morgan Lost. Il direttore dello studio di produzione lo assolda per trovare e fermare "l'assassino" e quindi collega il Nostro a un macchinario che gli permette di entrare all'interno del mondo animato. E anche qui, ok, lasciamo fare... in fondo non è altro che la riproposizione di un topos classicissimo della narrazione, cioè l'entrata in un mondo parallelo per risolvere una questione, dal Mago di Oz fino a Tron, da Narnia fino a Matrix. Il tutto poi miscelato con I conigli rosa uccidono, uno fra gli albi più famosi di Dylan Dog e con un tema simile, ma declinato diversamente.

L'albo in fin dei conti scorre anche bene, ma ritorna sempre sul solito sentiero del già visto. Per carità, "l'usato sicuro" nella narrazione va più che bene, l'importante è che non stanchi e non annoi: come sempre sarà Pandora Stillman, la profiler amica di Morgan, a capire l'identità di colui che ha "infettato" i personaggi animati e, come sempre, Morgan si chiude a riccio nella propria malinconica inconsolabilità sentimentale.

Ai disegni ritroviamo Alessandro Pastrovicchio, già alle matite dell'albo numero 17 (Jerome X), il cui tratto cartoonesco di esperienza disneyana sulle pagine di Topolino viene valorizzato. Molto abile nel destreggiarsi fra lo stile cartoon e quello uniformato della serie, anche se spesso i volti non sono proprio il massimo.

Nulla di speciale, quindi.
Anche perché non c'è trama orizzontale, non si chiudono storie né trame lasciate aperte da un bel po'. Quel breve accenno di trama orizzontale, appunto, con la telefonata fra Morgan e il direttore del tempio burocrate riguardo Lisbeth si risolve in poche vignette e con un nulla di fatto. Un elemento inconcludente e irrilevante nell'economia dell'albo.





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